Palazzo Cajacanarias
Santa Cruz de Tenerife ha visto, come tutta la penisola spagnola, un grande boom artistico ed architettonico nel corso della seconda metà degli anni Ottanta e nella prima metà degli anni Novanta. L’adesione alla Unione Europea, L’expò di Siviglia, le Olimpiadi a Barcellona furono dei segnali di un rapido sviluppo sociale ed economico che ebbe spettacolari frutti nel campo della creatività.
In questo stesso periodo, per la precisione nel 1988, si ha a Santa Cruz de Tenerife un esempio architettonico che potremmo inserire all’interno della corrente artistica del modernismo internazionale, anche se alcuni aspetti “metafisici” sembrano alludere ad alcune atmosfere già postmoderne. Stiamo parlando dell’edificio sede della principale banca dell’arcipelago, il palazzo Cajacanarias. Architetti furono José Angel Dominguez Anandon, Francisco Artengo Rufino e Carlos Schwartz Perez, tutti e tre originari dell’isola di Tenerife.
Non di origine locale è invece la suggestiva pietra scelta per i trattamenti esterni e la copertura dell’edificio, un marmo proveniente dalla montagna di Tindaya, presso l’isola di Fuerteventura. Si tratta di una pietra liscia, elegante, caratterizzata da un grigio caldo e al tempo stesso monolitico, che contrasta con l’asprezza degli angoli vivi della struttura a base romboidale. Una sorta di cristallo conficcato nel reticolo di vie adiacenti al parco Garcia Sanabria. E i suoi finestroni squadrati, ritmici, decorano la facciata con eleganza e razionalità quasi classica. Da segnalare anche due sculture, opera di Martin Chirino e Jose Pepe Abad.
Mappa di Palazzo Cajacanarias
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